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un viaggio nel gusto naturale

Qual è la ricetta di una buona birra?

Ingredienti naturali, magari a chilometro zero, e la capacità di raccontare una storia. Birra Cimbra possiede non solo tutte queste qualità, ma anche molto di più: nata dalla passione di due giovani della zona di Asiago, Manuele Dal Sasso e Stefano Bassan, rappresenta un mix perfetto di qualità, tradizione e amore per il territorio.

Partiamo dal suo nome: da dove deriva?

I Cimbri furono un coraggioso e tenace popolo di abili boscaioli dediti alla pastorizia e all’allevamento, che si contraddistinsero con oltre mille anni di storia e di tradizioni sulle nostre montagne.

Giunsero dai territori d’oltralpe insediandosi sull’altopiano dei Sette Comuni di Asiago, sulla Lessinia Veronese,
sull’altopiano di Luserna, Lavarone e Folgaria ed infine nel Cansiglio Bellunese servendo anche la Repubblica Serenissima di Venezia alla quale facevano confluire i preziosi tronchi di abete rosso, larice e faggio attraverso le vie d’acqua dei fiumi Adige, Brenta, Piave, Livenza e Tagliamento.

Sulle stesse montagne vivono oggi Manuele e Stefano, che hanno scelto di omaggiare, e ricordare, con la produzione di questa birra, credendo nel sogno di poter dar voce ad una storia millenaria, fatta di fatica, di sacrificio, ma anche di solidarietà, di gusto della vita.

Una storia fatta di fedeltà alla tradizione, ma anche fatta di coraggio, di creatività, d’invenzione. Un progetto nato, dunque, per celebrare la storia di una cultura che merita e deve essere tramandata alle nuove generazioni.

E gli ingredienti?

Semplici e naturali, come l’acqua, proveniente dalle 24 sorgenti alpine del parco naturale protetto del Gurktal, e l’orzo dei campi coltivati in prossimità del birrificio.

Tutte le birre sono artigianali non pastorizzate e prodotte a bassa fermentazione, per mantenere vivi ed integri i profumi ed i sapori della qualità. Inoltre tutti gli ingredienti sono certificati OGM-free e la produzione “lenta”, segue il protocollo di certificazione “Slow Brewing”, per garantire birre genuine, delicate e con un basso contenuto di anidride carbonica.

Tra le specialità c’è sicuramente da evidenziare la Sbalenka (dal cimbro sbalenkot, ovvero “qualcosa di non allineato”), la prima radler in Italia prodotta con cinque erbe alpine aromatiche quali genziana alpina, fiori di sambuco, zenzero, salvia, coriandolo, e con della spremuta di limone del tutto naturale e non zuccherata.

Ogni piccolo dettaglio racconta una storia

A partire dal suo simbolo, che rappresenta una delle più antiche accette (menare) da lavoro, in quanto il primo mestiere cimbro fu proprio il taglialegna, fino al retro delle etichette, arricchite da proverbi in lingua cimbra e ai sottobicchieri, che riportano un breve riassunto della storia di questo popolo.

Ma il sapore della birra Cimbra non è solo quello della storia e della tradizione, è anche quello della qualità artigianale e non pastorizzata e di una produzione fuori dal comune e completamente atipica nel mercato: Manuele e Stefano hanno scelto infatti di creare una collaborazione con uno dei più antichi birrifici Europei, sito in Carinzia ed attivo dal 1270, cioè in piena epoca delle migrazioni Cimbre.

Una scelta dunque ricercata e decisamente atipica, che supera i dogmi dei confini moderni per valorizzare una storia millenaria. Una straordinaria intesa, che rende questa birra ancora più buona per la filosofia che la anima e per la visione che si nasconde dietro l’etichetta.

Idee semplici ed anticonformiste

Birre così uniche non possono certo essere trovate in un bar qualsiasi! Ecco perché, fin dal principio, Manuele e Stefano, hanno scelto di lavorare principalmente con le realtà profondamente legate con il territorio, come malghe e rifugi di montagna o con le piccole botteghe gastronomiche artigianali ed indipendenti.

La storia di questa birra dimostra ancora una volta come, per creare qualcosa di nuovo, spesso il punto di partenza sta nel ritornare alle origini, guardare al passato senza nostalgia, ma con gli occhi rivolti al futuro.

Questo è proprio ciò che hanno fatto Stefano e Manuele riscoprendo una tradizione del proprio territorio per creare un prodotto unico nel suo genere, il cui fascino risiede nella sua filosofia e nella sua storia, in un universo di valori semplici che non devono essere dimenticati.

Sostenibilità a 360°

La scelta di utilizzare i nuovi fusti reciclabili in PET, rispecchia la nostra etica e la sostenibilità a cui siamo sempre stati vocati.

Anche per la produzione utilizziamo infatti le 24 sorgenti incontaminate, così non è necessario purificare l’acqua nella produzione.

Inoltre il birrificio ha sempre puntato sull’energia idroelettrica oltre ad aver installato sul tetto del birrificio un impianto fotovoltaico che lo scorso hanno ci ha permesso di risparmiare 230 tonnellate di CO2.